Commemorazione della Battaglia di Nikolajevka.
Ho scelto la location della Cripta perché ritengo che sia indispensabile iniziare a spostare l’attenzione, visto che ci è data l’opportunità di averli fra noi, su coloro i quali, anche se in forma diversa, hanno toccato, indossato, sfogliato gli oggetti che il museo contiene. Ultimamente i musei sono diventati attrazione turistica, punti di osservazione di oggetti, meri e privi di passato, scevri da ogni esistenza, un oggetto al fine insignificante. Da qui vorrei riprendere un percorso condividendo con vuoi tutti lo start di questo cammino, di una lunga marcia che parta dall’uomo per completarsi poi con gli oggetti contenuti nel museo. Questo cammino, darà consapevolezza a chi osserva collocando nella giuste mani e nel contesto più vicino possibile alla realtà di quel tempo Uomo ed oggetto al fine di poter comprende il dramma, e scusate le continue ripetizioni, non degli inanimati oggetti, ma di coloro i quali oggi noi facciamo memoria.Ho scelto la location della Cripta perché è un posto scomodo, ma quegli uomini, quei ragazzi non erano in condizioni confortevoli.
Ho scelto la location della Cripta perché, e consentitemi di usare questo termine improprio è un PALCOSCENICO INVERSO dove i ruoli e le prospettive si invertono, in primis per i numeri. Nessuno mai riuscirà ad essere in numero superiore a quanti li vi riposano la pace dei giusti. La prospettiva; Non si è su un piano a quota 0, ma si è sotto, osservati dall’alto da sguardi noti con nome e cognome, per i quali, come per Dante, l’ingresso a questo luogo che resta un “teatro di guerra” a loro RESTA SOLO IL NOME.
La sintesi di questa considerazione o se vogliamo dire più un ragionamento a voce alta, è che vorrei uscisse da questo tipo di incontro, l’idea che noi oggi spettatori del passato, diventassimo, in questi luoghi tedofori di memoria, atleti sulla linea di partenza, osservati da quegli avelli di spoglie mortali a cui rendiamo omaggio affinché né il pensiero, né la memoria, né la storia dell’uomo oblii nella fossa comune dei dimenticati.